Chiese


SAN FELICE ALL’ACQUA

Il santuario che conserva più vivo il ricordo del nostro più illustre concittadino è quello costruito nel luogo in cui il Santo avrebbe compiuto uno dei suoi miracoli più noti. Si racconta che Fra Felice abbia fatto scaturire una sorgente colpendo il terreno con un bastone, per dissetare i contadini che erano con lui. All’inizio esisteva solo una nicchia con l’effige del frate cappuccino, solo successivamente fu costruita la chiesa attigua alla fonte miracolosa. In epoche passate il santuario è stato meta di pellegrinaggio, perché costituiva una diramazione della via Francigena ; oggi è visitato da numerosi fedeli che affollano l’umile santuario dall’ultima domenica di agosto alla seconda di ottobre, quando vengono celebrati riti in onore del Santo Cappuccino.

 

 

 

SAN GREGORIO

La prima chiesa che si incontra percorrendo la strada che da Castelfranco conduce a Cantalice è quella dedicata al primo patrono del paese, papa Gregorio Magno, che fu eletto patrono a seguito di una terribile epidemia. Non si può risalire con precisione all’epoca di costruzione dell’edificio, citato per la prima volta in una bolla papale del 1153 nella quale viene nominato con il titolo di monastero. La chiesetta rurale, situata su un’amena collina, circondata da imponenti pini, accoglieva ogni anno i devoti abitanti del paese che vi si recavano in processione il giorno della festa del Santo (12 marzo) in occasione della quale veniva organizzata l’accreditata fiera di merci e bestiame. L’edificio non è più adibito a luogo di culto dato il pessimo stato di conservazione, è infatti gravemente compromesso da un punto di vista statico e necessiterebbe di interventi di restauro immediati.

Nell’area antistante la chiesa di S. Gregorio è stata rinvenuta un’epigrafe romana di età arcaica che si riferisce al Consolato di Caio Cassio e Publio Licinio e risale all’anno 581 di Roma; l’iscrizione fu oggetto del discorso che l’illustre archeologo Teodoro Momnsen tenne nel1896 all’imperiale Istituto Archeologico Germanico in Campidoglio.

 

 

SANTA CROCE

Il pellegrino che percorre il tratto del Cammino di Francesco che attraversa Cantalice non incontra sul suo percorso la piccola chiesa di Santa Croce, situata in una frazione del paese. È una chiesa privata fatta costruire nel 1732 da Francesco Santacroce, restaurata nel 1939 per volere di Fra Francesco Santacroce e affrescata dal maestro Vaglica nel 1993, come attesta l’iscrizione sulla facciata. Di notevole interesse all’interno è l’affresco del soffitto nel quale si possono cogliere alcuni particolari significativi: l’angelo che sorregge la croce, ricorda l’antico culto della Croce, sviluppatosi fin dalle origini del cristianesimo; in basso al centro è rappresentato il Santo patrono in adorazione; a lato sinistro un contadino con un bastone si appoggia ad un elce simbolo della città; a lato destro una donna ha in mano una crocetta di rovo. Quest’ ultimo particolare ricorda i riti di propiziazione del raccolto che venivano celebrati  nella ricorrenza della festività della santa Croce, il 3 maggio, nella Chiesa di S. Liberato: due giorni prima, al mattino gli agricoltori si recavano in chiesa per le “rogazioni” e preparavano croci con rami di rovo. Il terzo giorno, le croci venivano benedette durante la messa e poi venivano portate in processione dalla “Ripa” a “Micuccittu”, di nuovo alla “Ripa”, poi all’ “Ara de Rotone” per poi tornare in chiesa. Alla fine delle celebrazioni religiose, le piccole croci venivano appese agli alberi nei campi a protezione del raccolto da intemperie e grandinate.

 

 

 

 

MADONNA DELLA PACE

Una chiesa monumentale del paese è quella dedicata alla Madonna della Pace, edificata nel 1571,  in ricordo dell’ultima pace tra Cantalice e Rieti; era detta in volgo “del Castagneto”, dal nome della località in cui fu costruita, fuori dall’antico Castello di Cantalice. La chiesa, recentemente restaurata, è interessante per il settecentesco soffitto in legno policromo a cassettoni dipinti, riccamente decorati con motivi geometrici, uguali a quelli del parapetto della cantoria. Tra i pannelli del soffitto vi è un dipinto del XVIII sec. che rappresenta la nascita di Maria.

Di rilievo sono anche i dipinti degli altari laterali: sul primo altare a destra si trova un affresco raffigurante la Madonna in trono con il Bambino, riportato alla luce durante gli ultimi lavori di restauro; tra il primo e il secondo altare a destra – sul quale spicca la tela settecentesca che rappresenta le “Nozze Mistiche di S. Francesco”- è presente un affresco che raffigura Cristo e  Santa Giuliana con in mano la palma del martirio. Sul primo altare a sinistra è conservata, all’interno di una nicchia, una scultura in gesso policromo raffigurante Cristo; sul secondo altare c’è invece un dipinto firmato da Jeronimus Falcionuse datato al1606 che raffigura l’Immacolata, circondata da una schiera di angeli e simboli biblici.

In occasione del IV centenario della morte di S. Felice da Cantalice (1989) nella piazzetta della chiesa venne collocato un monumento in bronzo, opera dello scultore Bernardino Morsani.

 

 

 

 

         

 CHIESA DI SAN FELICE

Il più bel tempio che possiamo vantare è dedicato al concittadino San Felice”. Così Andrea Fulio Bragoni ricorda il santuario dedicato all’umile cappuccino, caro alla devozione popolare. Dopo la strettoia del torrione della cosiddetta Porta da Capo, dove si può leggere murata un’epigrafe risalente a Carlo V, si apre la superba piazza dove si erge la Chiesa di S. Felice; da questa piazza si gode un suggestivo panorama con vista sui Laghi Lungo o di Cantalice e di Ripasottile e una corona di monti dominati dal Tancia sullo sfondo. Alle spalle, nella punta alta del Paese, segno della grandezza della sua storia, c’è il Torrione del Cassero e appena sotto, i resti della Chiesa di S. Andrea, la più antica del paese, con ancora visibile la cella campanaria, parte dell’abside – con tratti di affreschi ormai illeggibili- e un austero portale. Accanto alla Chiesa di S. Felice spicca il campanile, risistemato all’inizio di questo secolo, e sulla destra la sede della Confraternita di S. Felice con lo stemma di Cantalice sulla facciata. L’edificio è sorto sull’area in cui si trovava la casa del Santo; non si conosce l’epoca precisa in cui iniziò la costruzione, che risale probabilmente alla metà del XVII secolo. Sulla facciata, risalente all’anno della costruzione del Campanile a Torre, spicca il portale d’ingresso, della prima metà del 1500. Sul fregio si legge l’iscrizione: FELIX CLEMENTER / PROTEGE QUI TE / BEATUM INVOCANT (Felice proteggi con clemenza coloro che ti proclamano beato). Ai lati del portale ci sono due nicchie: una a sinistra con la statua marmorea di San Felice che si appoggia al bastone e una a destra con San Gregorio Magno Benedicente.

La pianta della chiesa è a croce latina, di impianto barocco come dimostrano le sfarzose decorazioni in oro dei capitelli e delle cornici dei quadri. Lungo le navate si trovano cappelle con altari in stucco. – La prima cappella a sinistra è dedicata a S. Giuseppe, contiene un dipinto del XVIII secolo che raffigura il momento della morte del Santo, come conferma la scritta “TRANSIT JUSTUS” (così passa il giusto). Lo stato di conservazione è buono. La seconda cappella a sinistra è dedicata a S. Lorenzo martire, come attesta l’iscrizione incisa “IN GRATICULA FIDES” (la fede testimoniata sulla graticola). Infatti, la tela posta nell’edicola raffigura il Santo che volge lo sguardo al cielo negli spasmi del tormento. La visione del quadro è ostacolata da una statua in gesso che rappresenta S. Emidio. La prima cappella a destra è dedicata al Papa S. Gregorio Magno, primo patrono della città di Cantalice («AFFLAVIT COLUMBA» = (lo) ispirò la Colomba). La tela di ignoto pittore risale al XVIII secolo. La seconda cappella a destra è dedicata alla Madonna del Rosario; la tela che la rappresenta è circondata da quindici ovali delle stesse dimensioni ma disposti ora orizzontalmente, ora verticalmente nei quali sono raffigurate scene commemorative dei Misteri del Rosario. Lungo le pareti della navata si susseguono quattordici dipinti del XVIII secolo raffiguranti le stazioni della Via Crucis. L’altare maggiore è in stucco policromo; nel cartiglio centrale si legge l’iscrizione, riferita a S. Felice, “PAUPER ET HUMILIS / COELUM DIVES / INGREDITUR” ovvero “Povero ed Umile, entra ricco nel cielo“. La pala che adorna l’altare rappresenta uno degli episodi più noti della vita del Santo: si racconta che una notte di Natale San Felice fu visto in ginocchio, ai piedi dell’altare, mentre pregava la Vergine Maria affinché gli mostrasse Gesù Bambino. La Regina del Cielo si presentò davanti a lui con il Bambino in braccio e Gesù, con un salto, dalle braccia materne si lasciò abbracciare da San Felice. Di notevole interesse all’interno sono: la cupola, sulla quale sono rappresentati alcuni dei miracoli attribuiti al Santo e l’organo settecentesco. L’organo è stato costruito nel 1746 da Adriano Fedeli, come attesta un’iscrizione posta sulla secreta centrale del parapetto.

All’interno della chiesa è custodita anche la statua di San Felice, vestito con l’abito proprio dei cappuccini, che viene portata in processione dai membri della confraternita il giorno della festa del Santo (18 Maggio). 

 

 

CHIESA DELLA MADONNA DELLA MISERICORDIA

“Situata tra quella del Popolo e di San Felice è la piccola chiesa della Misericordia, forse contemporanea, od almeno non molto posteriore al paese. L’emblema di morte esistente nel soffitto di essa rammenta lo scopo della confraternita qui esistente sotto lo stesso nome”.

La chiesa, ad aula, è infatti sede della confraternita della Madonna della Misericordia, originariamente denominata “Compagnia della Buona Morte”, poiché nei secoli ha trovato la sua migliore espressione nell’assistenza di coloro che hanno avuto maggior bisogno nel momento del trapasso. Essa infatti si preoccupava, fino a qualche anno fa, di dare degna sepoltura ai morti delle famiglie più bisognose che non erano nella condizione sia fisica che economica di poterlo fare; inoltre era dedita all’assistenza dei malati, degli orfani, delle vedove, dei vecchi, dei bambini ed ancora di più di coloro che soffrivano miserie morali. A testimonianza dell’attività della confraternita troviamo, sia nell’archivio comunale di Cantalice che nello Statuto della stessa, dei documenti risalenti ai primi anni dell’ottocento (1811), che sono richieste alla Confraternita di piccole elemosine per sopperire a grandi necessità.

 

All’interno della chiesa si conserva la splendida statua della Madonna che vi è venerata, raffigurata anche nell’affresco che adorna l’altare  maggiore; nell’arco trionfale sono rappresentati alcuni episodi della vita di Maria: il matrimonio  con Giuseppe, l’incontro con la cugina Elisabetta, l’Annunciazione, la scoperta del sepolcro vuoto, la Pentecoste e l’Ascensione di Gesù al cielo. 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

CHIESA DI S. MARIA DEL POPOLO

Nel cuore del paese si trova la chiesa che “per indicarne l’origine fu dedicata a S. Maria del Popolo”; si legge infatti in Bragoni che la chiesa fu costruita per sancire l’unione delle antiche rocche che costituirono il Castello di Cantalice. La facciata è abbellita da un maestoso portale su cui corre un’iscrizione latina recante la dedica a Maria; l’iscrizione indica come termine ante quem per la datazione il 1548. L’ambiente è diviso in tre navate, di cui le due minori a volta; lungo le navate vi sono sei altari ornati oltre all’altare maggiore dedicato al SS. Sacramento. L’altare maggiore, realizzato in stucco policromo, è adornato da un prezioso dipinto del XVII sec. raffigurante “l’Ultima Cena”; al di sopra del dipinto, all’interno di una nicchia, si trova una scultura a mezzo busto della Madonna col Bambino. Nel primo altare a sinistra è raffigurata La Pietà (sec. XVII): la Vergine Maria inginocchiata sorregge il corpo del figlio esanime, levando al cielo lo sguardo. Alle sue spalle, nel cielo cupo, volano due angioletti. Nel secondo altare a sinistra si trova una tela che raffigura San Michele Arcangelo che abbatte il demonio e che tiene in mano il bilancino con cui pesa le anime dei defunti. Sulla parte superiore della tela è incisa un’iscrizione latina, “Defende nos in proelio”. La tela è una replica di quella eseguita da Guido Reni nel 1635, che si trova attualmente nella chiesa di S. Maria della Concezione a Roma. Nella cappella di sinistra si trova un dipinto raffigurante S. Tommaso da Villanova, il santo vescovo porge l’obolo ad un bambino, nella mano destra tiene la borsa delle monete. La tela riproduce una sezione del quadro di Giovanni Strina conservato nella stessa chiesa, sul primo altare a destra che conserva appunto un dipinto in olio su tela, nel quale è raffigurato il vescovo mentre porge l’obolo ad un bambino ed a uno storpio. Il dipinto è firmato e datato in basso a destra: “Pre – Gio –Strina/per sua devot.ne/ F.F./1660”. Nella terza cappella a destra si conserva la statua di Sant’Antonio nella sua classica rappresentazione con il porco. All’interno della chiesa sono conservati i monumenti funebri dei due più illustri concittadini: Giovan Battista Valentini – detto il “Cantalicio”- e San Felice Porri, patrono del paese. Ai piedi della statua del Santo patrono si legge “D. Felix de Canta” e sulla base della nicchia l’iscrizione “Imago hic, Corpus Romae, Spiritusastratenent”(qui (si trova) l’immagine, il corpo a Roma, l’anima è tra le stelle”).

L’aspetto originario dell’ambiente deve essere stato alterato da restauri, come lascia supporre il rinvenimento di alcuni brani di affreschi nascosti dall’intonaco.

 

 

     

CHIESA DELLA MADONNA DELLE GRAZIE

La chiesa intitolata alla Madonna delle Grazie sovrasta dall’alto di una rupe l’intero abitato; insieme a quella ormai diruta di Sant’Andrea è la più antica chiesa parrocchiale del paese. La chiesa è del tipo ad aula. La volta a botte ribassata che costituisce la copertura sembra riprodurre in maniera stilizzata la volta celeste; sul soffitto è dipinto un tondo decorato con gigli e nastri, sui quali sono scritte le parole dell’Inno alla Vergine, al centro si trova il crittogramma della Madonna. L’unico altare che adorna la parete è quello dedicato a Sant’Antonio. Le vetrate della facciata e della parete laterale creano numerose sfumature di colori che rendono il semplice ambiente straordinariamente coinvolgente. La vetrata che sovrasta il portale rappresenta l’Annunciazione, nelle tre laterali sono raffigurati San Felice, San Gregorio e Sant’Andrea, mentre quella che si trova sopra il fonte battesimale riproduce la colomba dello Spirito Santo.

All’interno della chiesa si venera la statua della Madonna che, secondo la tradizione, fu rinvenuta da un pastore in una grotta, dove è tutt’ora conservata; la festa in suo onore si celebra la domenica dopo Pasqua.

 

 

 SAN LIBERATO

A circa un km da Cantalice, sorge l’abitato di S. Liberato. Il nome gli deriva dal Santo patrono, abate agostiniano, al quale è intitolata la chiesa parrocchiale, antico oratorio elevato a parrocchia nel 1600. L’edificio, costruito su una rupe spugnosa, è diviso all’interno in tre navate – separate da pilastri in muratura- ciascuna decorata con preziosi altari; di particolare pregio è quello laterale della navata di destra, sul quale si conserva un affresco di probabile scuola giottesca raffigurante la Madonna con il Bambino. Con l’aggiunta nel dipinto di stucchi riproducenti la Santa Casa, l’altare è stato intitolato dalla popolazione alla Madonna di Loreto. Sempre nella navata destra si conserva l’urna contenente le reliquie del Santo martire Liberato insieme a quelle dei Santi Aurelio e Feliciano. Di notevole interesse è l’organo seicentesco che un lungo e molto complesso lavoro di restauro ha riportato all’antico splendore. All’interno della chiesa si trova la statua di S. Liberato – portata in processione il giorno della sua festa, celebrata ogni anno il 15 maggio – e la statua della Madonna della Grandine, festeggiata il primo di giugno. Alla Madonna della Grandine è dedicata la campana maggiore, sulla quale si legge anche il luogo e la data di fusione, “REATE 1279”.

 

 

 

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